venerdì 26 ottobre 2007

Il capo dei capi

La televisione, si sa, offre poco o niente di veramente valido...
Nel calderone del salvabile butterei alcuni programmi divertenti (Iene e Mai Dire), i film in seconda serata su rete4, alcuni programmi di (vero) approfondimento giornalistico (Annozero, Report)... E perchè no, nel fuoco, io includerei anche, in maniera un po' simpatica ed estrosa, le fiction. Non mi riferisco alle fiction tipo Elisa di Rivombrosa o Guerra e pace, ma a quelle biografiche che rivisitano la vita di personaggi importanti per la storia contemporanea d' Italia. Ed è già apprezzabile che questi personaggi non finiscano nel dimenticatoio popolare grazie anche a questi film per la tv più o meno validi.
Tutto nacque una decina di anni fa quando venni preso da un Sergio Castellitto in bicicletta mentre ricopriva le spoglie di Fausto Coppi... Allora quella fiction mi piacque davvero tanto, tanto che ancora adesso sto attento a che cosa ogni volta viene proposto e, se mi capita, ci do anche uno sguardo...
E' così che, dopo lo sguardo sul generale Dalla Chiesa, ieri sera mi sono sorbito tutta la prima puntata de "Il capo dei capi"... ovvero Salvatore Riina. Purtroppo (o per fortuna) quando si parla di mafia non riesco a tirarmi indietro...
Fiction buona, ieri sera ha narrato la gioventù del boss, senza addentrarsi troppo nell' intricato meccanismo della famigerata associazione a delinquere. L' escalation del giovane boss avviene un po' come se nulla fosse, e manca una vera caratterizzazione del personaggio... Anche se sbaglio io ad aspettarmi sempre un "Padrino" quando in realtà è impossibile... Fiction buona come quelle di Falcone, di Dalla Chiesa o del Papa buono, non eccelsa come (a quanto mi dice chiunque) quella di Borsellino, quella storica di Castellitto-Padre Pio, quella di Coppi già citata... Non terribile come quelle di Pantani e Ferrari... Altre non mi sembra di averne viste. A proposito, qualcuno ha visto quella di De Gasperi? Anche quella mi han detto fosse molto bella...
Rimane il fatto che Riina non è il solito personaggio positivo da fiction, forse la sua è una fiction-esperimento... O forse, come attira uno come me, l' argomento mafia attira l' italiano, non solo quello specificatamente interessato, ma anche il vero italiano medio (quello partita di pallone e film di Natale per intenderci).
Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa, Ultimo, Riina... chissà cosa arriverà ancora e cosa ancora ci verrà proposto. Rimane il fatto che il film per la tv sul problema mafia è un meccanismo rodato per gli ascolti, e sicuramente continueranno a proporcelo.
A parte la vista di film come "Il padrino" o di film italiani come "I cento passi", io consiglierei a chiunque sia un minimo interessato all' argomento mafia di leggere 2 libri. Li ho letti un po' di tempo fa ma ne conservo vivo il ricordo perchè sono due testimonianze di persone che nel bene o nel male hanno fatto la storia dell' associazione.
Prima di capire le colluttazioni mafia-politica-stato, è meglio capire bene cosa è la mafia, Giovanni Falcone spiega molte cose interessanti in "Cose di cosa nostra" e Giovanni Brusca (uno dei pentiti più famosi, braccio destro di Riina) racconta la sua vita da militante mafioso in "Ho ucciso Giovanni Falcone".

In settimana l' appartamento di Torino ha passato in rassegna prima il tremendo "Party monster", poi il gradevole e violento "Zodiac". Consigliabile quest' ultimo, film fatto davvero bene che riesce a creare in più frangenti un buon livello di tensione; il regista è David Fincher, in un certo senso "Seven" garantisce.

Per quanto concerne la musica mi sono immerso nel nuovo dei Radiohead e ci sarebbe da pubblicare solo un post in cui discuto la loro scelta di merchandising per quest' ultimo album. Ma non ho tempo e voglia. C'è da dire che chi spera ancora che la band faccia un altro "Ok computer" ha capito ben poco, "In rainbows" è figlio soprattutto di quella roba tortuosa che è stata "Kid A". E' un album di difficile digeribilità che richiede diversi ascolti, anche se in questo caso ci sono 2 o 3 pezzi ("All I need" su tutti) che impattano subito nonostante l' elaboratezza di fondo.
Oltre ai Radiohead che verrebbero stra-ascoltati da molti anche se componessero delle disgrazie, in quest' ultima settimana ho certificato la grandezza dell' ultimo dei White Stripes (e Jack White scrive tutta quella roba da solo?!) e ho scoperto che "Stage names" degli Okkervil River è ancora più bello del precedente "Black sheep boy", già gradito non poco dal sottoscritto. Credo che ascolterò sempre di più questa band...

Per il resto solita settimana, con una fascite plantare in più e qualche certezza in meno.
Buon fine settimana a tutti lo stesso.

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