domenica 25 febbraio 2007

Domenica di fine febbraio quasi marzo

Una domanda mi sorge spontanea... ma quest' anno c'è stato l' inverno?
Se non fosse che ho passato il Capodanno a Cervinia (e conseguentemente ho visto la neve), probabilmente non me ne sarei neanche accorto.
Neve zero, freddo poco, venti sahariani, clima primaverile. Oserei definirlo un "inverno asciutto".
Ci tengo a sottolineare che, mai come quest' anno, la fredda stagione non si sia proprio sentita. A inizio febbraio credevo ancora che l' inverno prima o poi sarebbe arrivato ma ora non ci credo proprio più.
Siamo a fine mese e guardando fuori dalla finestra leggo scritto marzo tra gli alberi e le foglie.
Evitando discorsi su quanto il clima del nostro pianeta stia impazzendo, preciso che mi è dispiaciuto non sentire il freddo come in passato, e di non aver visto neanche due fiocchi di neve cadere del cielo. Comunque per ora ci accontentiamo, sperando che sia tutto "normale" e che l' estate non ci bombardi con temperature al limite dell' inumano (vedasi estate 2003).

Ieri sera solito sabato qualunque, cena al Lo Hobbit tra pochi eletti con attesa di sole due ore per una pizza media, giro da Ferrando di appena tre ore per ammazzare il tempo prima del Sugho, consueta puntata al Sugho dove la serata ha un po' stagnato prima di decollare un poco grazie all' arrivo di un Pier in botta colossale.
Serata bene, più tranquilla di molte altre, ma bene. Non ci si può divertire sempre bevendo come delle spugne, certe volte va bene così. Domenica riposo, poi arriverà la solita settimana a Torino... anche se, si spera sempre che riservi qualche sorpresa.
Tipo una Vanessa Incontrada o una Elisabetta Canalis che si presentino al mio centro per fare riabilitazione. Sogno più che altro.

La settimana appena conclusa sono riuscito a finire il libro di Follett che stavo leggendo: "Il volo del calabrone". Avevo già letto qualcosa di Ken e mi era piaciuto. Questo libro, che ho iniziato un po' per caso, mi ha confermato come questo autore possa essere davvero di mio grandimento. Si parla di narrativa di consumo, si parla di autori che scrivono in modo da tenerti incollato al libro di modo che lo divori in tre giorni. Io li ho provati un po' tutti: lui, Wilbur Smith, John Grisham, Tom Clancy e anche l' ultimo Dan Brown. Beh, nessuno mi è piaciuto come Ken...
Perciò credo che continuerò a leggere i suoi, senza perdermi in altre letture di consumo e preservando energie per le mie solite letture strampalate. Tra l' altro ora ho iniziato "Un uomo in fuga", una delle biografie su Pantani.
Mi sono sentito quasi in dovere, Marco per quelli della mia generazione è stato un mito quando vinceva, prima o poi avrei dovuto farlo. Non dimenticherò mai un Branzi impazzito che mi sfasciava la casa quando lui, dopo mille attacchi, riusciva finalmente a staccare Tonkov nell' arrivo di Montecampione (Giro '98 vecchi...). Ho pure guardato la fiction che, permettetemi di dire, è stata la più brutta che io abbia mai visto. Tutte le ultime fiction che ho guardato (non molte) facevano davvero cagare. E passatemi il termine, ma rende l' idea.
Rimpiango il buon Castellito nei panni di Coppi, quella sì che era una fiction degna di nota!

Va beh, mentre le casse del mio pc suonano quel capolavoro di canzone che è "Hurt" di Cash, vi saluto. E vi assicuro che congedo non potrebbe essere più dolce per me.

Ossequi.

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