Avevo quel lieve sentore.
Ma non immaginavo sarebbe stato così.
In un post precedente mi chiedevo: ma chi rappresenta il rock classico? Domanda molto molto difficile... No risposta...
No risposta, fino alla serata di ieri! Ora so chi è il rock negli anni 2000!
Un nome, semplice, cinque lettere, Wilco.
Non ho assistito solo ad un concerto, ho assistito al più bel concerto che avessi mai visto prima.
L' essenzialità alla base di tutto. Uniamoci delle canzoni favolose, dei musicisti perfetti e... il signor Rock.
Il Sig. Rock si può presentare con l' arte poetica di Bob Dylan, con le venature country di Neil Young, con il folk di Woody Guthrie nel sangue, con la progressione e il crescendo dei King Crimson... Il Sig. Rock nel 2000 non ama avere una faccia ben precisa, diciamo che allora ama avere la faccia dei Wilco.
Quello che Jeff Tweedy e compagni fanno sul palco è qualcosa che non ho mai visto prima.
Effetti speciali limitati a poche luci... ma d' altronde, a che servono?! E' la musica a parlare.
L' attacco è lento e soave come le prime due canzoni del nuovo "Sky blue sky" (a proposito, è e sarà assolutamente l' album dell' anno per me)! Tempo di capire che il suono è perfetto, che le canzoni sono come su album... anzi, sono meglio che sull' album! Mai mi era capitata una cosa simile... ma immaginate voi come può essere se il suono è uguale al disco, se Jeff canta come su disco, e se in più potete vedere le cose che fanno i musicisti! Senza parole, davvero... Neanche il tempo di respirare che con "I am trying to break your heart" si capisce come anche il prog sia di casa in questa serata. Il prog, ma come dicevo prima... il blues, il folk, il country, qualche accelerata punk, qualche frenata funk, qualche sgasatina hard rock, uno spruzzo di noise...e perchè no?! Infarciamoci il tutto con un po' di new wave se capita...
I Wilco sono i Wilco, punto e basta.
Macinano canzoni con una facilità disarmante, passando rapidamente da dolci ballate a pezzi in cui possono scatenarsi come i migliori facevano certe band negli anni '70.
Dal nuovo vengono estratti meno pezzi di quelli che mi aspettavo: "Impossible Germany", "Side with the seeds", "Sky blue sky", "Walken", "Shake it off", "Hate it here" sono già dei piccoli classici, tutti li conoscono già a memoria.
Poi, come previsto si pesca soprattutto dai penultimi due album, quei due capolavori di "Yankee hotel foxtrot" e "A ghost is born". Cito qualche pezzo tanto per... "I'm the man who loves you", "Ashes of american flags", "Theologians", "Hummingbird", "Heavy metal drummer", "Kamera", "The late greats", la stupenda (per me) "Jesus, etc."! E poi a pescare ancora più indietro nel tempo con l' incredibile "Via Chicago", con le stupende "A shot in the arm" e "I'm always in love". Tutti titoli che, a chi non li conosce, lasciano in mano niente... ma se solo uno li conoscesse capirebbe come davvero ogni pezzo della band sia un classico.
Il noto cantante è in grande spolvero e non risparmia battute. Ci ritroviamo tutti a ridere quando sbeffeggia un ragazzo rantolante in prima fila, rimaniamo tutti esterrefatti quando si scusa sinceramente per la non brillante riuscita di "Side with the seeds"... ma qualcuno se n' era accorto?
No... Nessuno... Perchè loro, come musicisti, sono immensi! Un plauso enorme va sicuramente al chitarrista Nels Cline e al batterista Glenn Kotche, "il cui versatile drumming riesce e transitare dalla pacatezza alla potenza senza soluzione di continuità". E poi c'è Jeff Tweedy... con la sua voce tra ora younghiana, ora dylaniana, ora fogertyana... con il suo passato oscuro... con la semplicità e l' umiltà di chi non è una rock star e non aspira a diventarlo.
Durante e alla fine del concerto, una domanda però mi sorgeva spontanea...
"Mi sono/sto inventando tutto?"
Durante e alla fine del concerto, una risposta senza troppe ricerche mi sorgeva spontanea...
"Sono tutti contenti come me".
Soli con se stessi, voglia di farsi cullare, voglia di ballicchiare un po', ogni tanto chiudere gli occhi e poi...
...e poi al resto ci pensano i Wilco ovviamente.
Signori e signore il Sig. Rock è passato per Torino.
Poco importa se in pochi se ne sono accorti.
Va bene, va bene così.
Me lo tengo stretto io e lo aspetterò di nuovo tra qualche anno.
Intanto io ho avuto la fortuna di conoscerlo...
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