Nei precedenti post ho voluto riassumere i miei film preferiti dell' epoca moderna anche per una sorta di ordine mentale che la mia conoscenza confusionaria del cinema ogni tanto richiede. Credo sia un concetto un po' astratto e inspiegabile per chi come me non ama catalogare o classificare le cose, ma la mia "Hornbietà" è una malattia che mi ha colto da piccolo... Cinema, musica, libri, sport... Se potessi parlerei spesso e volentieri solo in base a classifiche...

NON é UN PAESE PER VECCHI. Su questo film ho sentito di tutto, "è una schifezza", "non si meritava 4 oscar", "uno dei più brutti dei Coen". Beh, per me è senza dubbio il film più bello visto in questo 2008 e probabilmente anche il più bello di tutta la stagione cinematografica. Ambientato negli States al confine col Messico dove a farla da padrone è una terra arida e desolata. E' una rappresentazione allegorica del sogno americano infranto, fatto a pezzi da una valigietta piena di soldi. Non c'è giustizia a governare la storia del film, il killer interpretato da uno strepitoso Javier Bardem (vedi foto) diventerà sicuramente una delle figure più popolari del cinema moderno... Caschetto imbarazzante, mischia in maniera incredibile crudeltà e comicità... E' un film violento, molto violento. Alcuni dialoghi non hanno apparentemente un senso, ma sono strabilianti. Alcune scene sono rappresentate con tecniche registiche da veri maestri (vedi quella in cui il cowboy Josh Brolin sente arrivare fuori dalla porta il killer) e fanno crescere la tensione all' inverosimile. E' un film con una profonda morale, con tre attori bravissimi (Brolin, Bardem, Tommy Lee Jones) che caratterizzano tre figure precise e distinte, con uno sfondo fotografico strabiliante, con il ghigno malefico di altri film dei registi. Si ride, ci si spaventa, si riflette, si ammira la bravura. Non saprei cosa chiedere di più ad un film... 4/5!
SOGNI E DELITTI. Woody Allen non sfonda come in Match Point. Seppur Farrell e McGregor siano davvero bravi, questa sorta di noir non mi ha colpito come il primo film della trilogia londinese (il secondo è Scoop che non ho visto). Due fratelli un po' squilibrati si comprano una barca (Cassandra) che rappresenterà il loro sogno: il denaro. Purtroppo tutti e due diventeranno schiavi di questo sogno, non riuscendo a liberarsi dai loro demoni ed arrivando ad uccidere per questo. E' un film in cui c'è poca speranza, in cui Allen dimentica completamente il riso per rappresentare una realtà londinese davvero amara... 2,5/5!
CONTROL. THE LIFE OF IAN CURTIS. La storia del cantante dei Joy Division, morto suicida a 23 anni. Come il loro brano "Atmosphere" riesca a creare un' atmosfera plumbea, questo film fa lo stesso... Tristezza allo stato puro. Una rappresentazione perfetta di un personaggio triste, vulnerabile, in balia delle decisioni altrui e non in grado di operare decisioni forti nella sua vita. Ian (interpretato da un attore che non conosco ma che gli somiglia tantissimo) perderà il controllo della sua vita, per recuperarlo solo alla fine. Consigliatissimo a chi voglia capire bene questo particolare personaggio che è stato, con una colonna sonora che danza tra i pezzi più famosi della band e Bowie, Iggy Pop, i Sex Pistols ed i Kraftwerk (spettacolare la cover di "Shadowplay" dei Killers). Sconsigliatissimo a chi voglia passare due ore piacevoli. Rimane un bel film, un bel film musicale su un importante e delicato personaggio. Interpol, Editors ed altri stanno ancora ringraziando... 3/5!
Nel passato ho trovato un gran film.
RUSTY IL SELVAGGIO (1983 - Francis Ford Coppola). Il film che ha lanciato attori giovani come Matt Dillon, Mickey Rourke, Diane Lane, Nicolas Cage, Chris Penn non è tra i più famosi del regista americano, ma probabilmente uno dei più apprezzati dalla critica. Rusty, giovane sedicenne, è a capo di una piccola banda che si lancia in risse notturne. Rusty ha un incredibile adorazione per il fratello (Quello della moto) che ritorna in città dopo una deludente (non precisata) esperienza lontano da casa. Il film vive sui deliri dei due fratelli e del padre alcolizzato (Dennis Hopper). E' un bianco e nero che rappresenta il daltonismo del fratello maggiore e che rappresenta la gabbia in cui spesso i giovani si trovano obbligati ad agire. Non è l' azione a farla da padrone, sono i dialoghi, è la filosofia. Il fratello maggiore e il padre più che dei pazzi scatenati sembrano in primis dei filosofi. Il finale è tragico, sembra quasi la perdita della libertà. Perchè probabilmente proprio di questo si tratta... Di un film sulla libertà, un gran film... 4/5!
1 commento:
non è un paese per vecchi spettacolare....i coen sn riusciti a creare immagini e situazioni favolose.
Carino sogni e delitti
Posta un commento